Jane Goodall, la zoologa di fama mondiale il cui lavoro pionieristico sugli scimpanzé ha trasformato la scienza e la conservazione, è scomparsa all’età di 91 anni.
I suoi social media ufficiali hanno confermato che Goodall è morta per cause naturali il 1° ottobre, mentre si trovava in California per un tour di conferenze negli Stati Uniti. Il Jane Goodall Institute ha rilasciato una dichiarazione in cui la celebra come “etologa rivoluzionaria” e sostenitrice da sempre della salvaguardia del pianeta.
Nata a Londra nel 1934, Goodall sviluppò fin da bambina un interesse per gli scimpanzé, ispirato da uno scimpanzé giocattolo. Nel 1957 si trasferì in Kenya, dove lavorò con il famoso archeologo Louis Leakey, che in seguito la mandò a studiare i primati. Nel 1960, iniziò la sua ricerca pionieristica nel Parco Nazionale del Gombe Stream in Tanzania, scoprendo comportamenti che hanno rimodellato la comprensione scientifica degli scimpanzé, tra cui l’uso di utensili, la caccia e atti aggressivi come il cannibalismo.
Goodall si laureò a Cambridge e conseguì il dottorato di ricerca nel 1966. Pubblicò il suo primo libro, My Friends the Wild Chimpanzees , nel 1969 e fondò il Jane Goodall Institute nel 1977, che oggi gestisce rifugi e programmi in tutto il mondo.
Dagli anni ’80 in poi, Goodall è diventata una voce di spicco per le cause ambientaliste, denunciando la sperimentazione animale, il cambiamento climatico e gli allevamenti intensivi. Nel 2021 ha persino pubblicato un libro di cucina vegana. Nel corso della sua vita, ha scritto più di due dozzine di libri, è apparsa in documentari e ha ispirato la cultura popolare, dai Simpson alla canzone “Jane” di Stevie Nicks.
I suoi successi le hanno portato riconoscimenti a livello mondiale, tra cui il titolo di Messaggera di Pace delle Nazioni Unite, la Medaglia presidenziale della libertà nel 2025 e onorificenze della Corona britannica.
Jane Goodall lascia il figlio Hugo Eric Louis van Lawick, la nuora e tre nipoti.
